Per ogni testimone,
un oggetto! 

Per ogni testimone, un oggetto! 

Suor Bernardetta e il giornale

Suor Bernardetta e il giornale

Bernardetta è di Ospedaletto Euganeo: gira per i campi in bici portando ogni domenica le copie de La Difesa del Popolo alle famiglie, si impegna in Azione Cattolica, ma il suo crescente desiderio è …partire!

Diventa suora saveriana, studia, si prepara e nel 1970 raggiunge il Congo. Si mette al servizio delle donne tra i minatori sfruttati nel Sud Kivu, l’obiettivo è dare loro dignità e formazione. Si studia l’alfabeto, si fa educazione sanitaria, si impara a cucire e a ricamare per avere un mestiere. Gli anni passano; suor Bernardetta viaggia in Giappone, Burundi, Sierra Leone (guarda dove sono su un mappamondo); ma il cuore la fa sempre tornare nel suo Congo. Lì negli anni ‘90 assiste le lunghe file di rifugiati: sono persone che scappano dalle guerre e dai genocidi.

Ci scrive: “noi ci stiamo occupando dei pochi sopravvissuti di quella tragedia. Immagina in quali condizioni arrivano dopo aver percorso 2-3mila chilometri a piedi attraverso foreste, savane, nutrendosi di erbe e qualche frutto”. A fine 2003 racconta il suo incontro quotidiano con i bambini-soldato: “spesso vittime di violenze e umiliazioni, senza un ideale per cui vivere e con la morte sempre in agguato, rovinati nella loro dignità”.

Quante cose ha visto suor Bernardetta! Quante persone! Quante cose difficili e quante cose belle: arriva a Kamenge in Burundi nel 2007 e si mette subito tra i bambini di strada, nelle comunità di base per insegnare lo swahili, nelle attività della parrocchia per dare un aiuto a chi è povero, disoccupato, malato...

Suor Bernardetta viene uccisa nel 2014, in circostanze mai ben chiarite, ma la sua vita è piena di buone notizie - in swahili il dialogo "Come stai?" "Bene, grazie" e la parola "Vangelo" si dicono allo stesso modo. In effetti, il miglior modo di preparare una preghiera è proprio entrare in relazione con chi ci sta vicino come ha sempre cercato di fare Suor Bernardetta trasformando la sua disponibilità in una buona notizia.

Bernardetta è di Ospedaletto Euganeo: gira per i campi in bici portando ogni domenica le copie de La Difesa del Popolo alle famiglie, si impegna in Azione Cattolica, ma il suo crescente desiderio è …partire!

Diventa suora saveriana, studia, si prepara e nel 1970 raggiunge il Congo. Si mette al servizio delle donne tra i minatori sfruttati nel Sud Kivu, l’obiettivo è dare loro dignità e formazione. Si studia l’alfabeto, si fa educazione sanitaria, si impara a cucire e a ricamare per avere un mestiere. Gli anni passano; suor Bernardetta viaggia in Giappone, Burundi, Sierra Leone (guarda dove sono su un mappamondo); ma il cuore la fa sempre tornare nel suo Congo. Lì negli anni ‘90 assiste le lunghe file di rifugiati: sono persone che scappano dalle guerre e dai genocidi.

Ci scrive: “noi ci stiamo occupando dei pochi sopravvissuti di quella tragedia. Immagina in quali condizioni arrivano dopo aver percorso 2-3mila chilometri a piedi attraverso foreste, savane, nutrendosi di erbe e qualche frutto”. A fine 2003 racconta il suo incontro quotidiano con i bambini-soldato: “spesso vittime di violenze e umiliazioni, senza un ideale per cui vivere e con la morte sempre in agguato, rovinati nella loro dignità”.

Quante cose ha visto suor Bernardetta! Quante persone! Quante cose difficili e quante cose belle: arriva a Kamenge in Burundi nel 2007 e si mette subito tra i bambini di strada, nelle comunità di base per insegnare lo swahili, nelle attività della parrocchia per dare un aiuto a chi è povero, disoccupato, malato...

Suor Bernardetta viene uccisa nel 2014, in circostanze mai ben chiarite, ma la sua vita è piena di buone notizie - in swahili il dialogo "Come stai?" "Bene, grazie" e la parola "Vangelo" si dicono allo stesso modo. In effetti, il miglior modo di preparare una preghiera è proprio entrare in relazione con chi ci sta vicino come ha sempre cercato di fare Suor Bernardetta trasformando la sua disponibilità in una buona notizia.