Per ogni testimone,
un oggetto!
Per ogni testimone, un oggetto!
Ezechiele e la sua maglietta
Ezechiele e la sua maglietta
Ezechiele Ramin è di Padova, i familiari e gli amici lo chiamano Lele. Studia al Barbarigo e negli anni delle scuole superiori si accorge della povertà diffusa in tutto il mondo. Forse per questo ha indosso una maglietta con una frase scritta in portoghese: vuol dire «solo con la giustizia la Terra avrà vita e pace». Inseguendo questo sogno per la Terra e per i poveri, Ezechiele decide di diventare un comboniano: i missionari innamorati dell’Africa, ma sparsi in tutto il mondo dovunque ci sia bisogno di aiuto. Padre Ezechiele inizia la sua missione con un gruppo di Nativi americani impoveriti nel Dakota del Sud (Stati Uniti d’America) e poi, per un anno, vive in Bassa California, in Messico. Dopo queste esperienze, viene mandato in una parrocchia di Napoli: sono proprio gli anni di un grande terremoto, quello dell'Irpinia del 1980. Padre Lele si impegna per assistere le vittime, ma è anche molto coraggioso: organizza una delle prime dimostrazioni pacifiche contro la Camorra, la pericolosissima mafia della Campania che sta prendendo per sé i soldi che servono a ricostruire i paesi distrutti dal terremoto. In seguito, viene mandato in provincia di Foggia e poi... verso Cacoal, in Brasile!
Lì incontra una situazione molto difficile: i contadini senza terra sono oppressi dai ricchi proprietari terrieri, i latifondisti. In più, la tribù indigena dei Surui è stata costretta ad abbandonare la foresta dal governo brasiliano.
Agli indios e ai contadini, padre Ezechiele propone di lottare pacificamente senza usare le armi, ma denunciando le violenze e le ingiustizie di cui sono vittime.
Un giorno, mentre sta tornando da un incontro con i sem terra (i senza terra), sette uomini gli tendono un’imboscata per ucciderlo. Ma la memoria di padre Lele è ancora viva dopo tanti anni e ci insegna una volta di più che chi lotta per la pace e per la giustizia a fianco dei poveri è più forte di chi usa la violenza.
Ezechiele Ramin è di Padova, i familiari e gli amici lo chiamano Lele. Studia al Barbarigo e negli anni delle scuole superiori si accorge della povertà diffusa in tutto il mondo. Forse per questo ha indosso una maglietta con una frase scritta in portoghese: vuol dire «solo con la giustizia la Terra avrà vita e pace». Inseguendo questo sogno per la Terra e per i poveri, Ezechiele decide di diventare un comboniano: i missionari innamorati dell’Africa, ma sparsi in tutto il mondo dovunque ci sia bisogno di aiuto. Padre Ezechiele inizia la sua missione con un gruppo di Nativi americani impoveriti nel Dakota del Sud (Stati Uniti d’America) e poi, per un anno, vive in Bassa California, in Messico. Dopo queste esperienze, viene mandato in una parrocchia di Napoli: sono proprio gli anni di un grande terremoto, quello dell'Irpinia del 1980. Padre Lele si impegna per assistere le vittime, ma è anche molto coraggioso: organizza una delle prime dimostrazioni pacifiche contro la Camorra, la pericolosissima mafia della Campania che sta prendendo per sé i soldi che servono a ricostruire i paesi distrutti dal terremoto. In seguito, viene mandato in provincia di Foggia e poi... verso Cacoal, in Brasile!
Lì incontra una situazione molto difficile: i contadini senza terra sono oppressi dai ricchi proprietari terrieri, i latifondisti. In più, la tribù indigena dei Surui è stata costretta ad abbandonare la foresta dal governo brasiliano.
Agli indios e ai contadini, padre Ezechiele propone di lottare pacificamente senza usare le armi, ma denunciando le violenze e le ingiustizie di cui sono vittime.
Un giorno, mentre sta tornando da un incontro con i sem terra (i senza terra), sette uomini gli tendono un’imboscata per ucciderlo. Ma la memoria di padre Lele è ancora viva dopo tanti anni e ci insegna una volta di più che chi lotta per la pace e per la giustizia a fianco dei poveri è più forte di chi usa la violenza.
Leggi l'articolo realizzato da la "Difesa del Popolo" su Ezechiele Ramin