4a DOMENICA DI QUARESIMA
27 marzo 2022Abramo CUSTODISCE
Abramo non vede compiersi tutte le promesse di Dio,
e tuttavia custodisce e coltiva i semi buoni delle promesse di Dio
che germoglieranno e cresceranno nel tempo
dando vita ad una moltitudine numerosa,
«come le stelle del cielo e come la sabbia che è sul lido del mare».
Accogliamo questa Parola di Dio
+ Nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Amen.
Invochiamo con le parole del canto
Invochiamo la tua presenza, vieni, Signor.
Invochiamo la tua presenza, scendi su di noi.
Vieni, Consolatore, e dona pace e umiltà.
Acqua viva d'amore, questo cuore apriamo a Te
Vieni Spirito, vieni Spirito, scendi su di noi! [...]
ENTRIAMO NEI TESTI
Dal libro della Genesi (22,1-3)
Dopo queste cose, Dio mise alla prova Abramo e gli disse: “Abramo!”. Rispose: “Eccomi!”. Riprese: “Prendi tuo figlio, il tuo unigenito che ami, Isacco, va’ nel territorio di Mòria e offrilo in olocausto su di un monte che io ti indicherò”. Abramo si alzò di buon mattino, sellò l’asino, prese con sé due servi e il figlio Isacco, spaccò la legna per l’olocausto e si mise in viaggio verso il luogo che Dio gli aveva indicato.
Vangelo secondo Luca (15,1-3.11,32)
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa.
CI LASCIAMO ISPIRARE
Nel tempo intercorso dal primo incontro con Dio (Gen 12,1-3) Abramo ha approfondito la propria fede, ha imparato ad abbandonarsi totalmente a colui che sempre porta a compimento le sue promesse. Ed ecco che arriva per Abramo l’ora di una nuova conoscenza di Dio. Come agli inizi della storia di Abramo, anche qui non c’è nessuna apparizione di Dio; solo una parola o meglio una chiamata ripetuta due volte: «Abramo! Abramo!». E subito Abramo risponde: «Eccomi!»: senza fare domande fa ciò che Dio gli dice, perché custodisce nel cuore la presenza di Dio che ha dato senso e gusto alla sua vita. Abramo ha rinnovato la propria conoscenza di Dio, ha imparato a conoscere Dio in modo nuovo, un Dio fedele alla parola data. Il Vangelo di oggi Luca 15,1-3.11-32 attraverso la parabola del padre misericordioso ci mostra un Dio fedele all’uomo fino “all’esagerazione”, cioè fino al perdono ed alla croce; un Dio che, nonostante le nostre cadute ci chiama figli, affinché non ci dimentichiamo che lui è il nostro padre e non il nostro padrone. E se siamo figli di un solo Padre, siamo anche fratelli fra noi.
Testimonianza a cura dell’Ufficio diocesano di pastorale della famiglia,
in preparazione all’incontro diocesano delle famiglie del 19 giugno 2022
Dopo più di tre mesi senza notizie, l’1 giugno, alla sera, ci chiama una volontaria incontrata a Milano alcuni giorni prima dicendoci che nostro figlio Denis sarebbe tornato a casa. Così è stato. Il 2 giugno ci siamo incontrati con lui alla stazione ferroviaria di Verona. Subito ci siamo abbracciati, senza troppe parole, come se ci fossimo lasciati poco prima. Poi il ritorno a casa, la cena, la doccia e – chiamati in camera da lui – un altro abbraccio.
Chissà perché si era allontanato da casa: avevamo sofferto la sua lontananza, ma anche lui aveva dentro una sofferenza che ci metteva in discussione. Così abbiamo provato a ripartire nella relazione con lui, anche trovandogli una possibilità di lavoro. Tutto sembrava potesse avere un seguito e invece, dopo quasi quattro mesi, ha scelto di allontanarsi ancora da casa, non tornando più. Non sappiamo né il perché, né che cosa sia successo fino alla sua morte, il 25 novembre scorso.
Abbiamo tante domande dentro di noi, ma sentiamo il desiderio di custodire il bene che Denis è stato per noi. Avevamo scelto di adottarlo ed entrando nella nostra famiglia l’ha fatta vivere. Lo abbiamo accolto quando aveva solo quattro anni, lo abbiamo accompagnato a crescere e ora proviamo ad accogliere la sua dolorosa assenza. Avremmo voluto che Denis vivesse, anche lontano da noi: ci sarebbe bastato sapere che stava bene. Non eravamo soli nel custodirlo e nell’amarlo, accanto a lui c’era una comunità che lo apprezzava. Ora sappiamo che a custodirlo è il Padre di tutti noi.
Patrizia Lazzaro e Luciano Artusi, sposi
ENTRIAMO IN DIALOGO
Entriamo in dialogo con il Signore, parlandogli,
come ad un amico, dei desideri, dei sogni, delle speranze che abitano i nostri cuori.
Il Signore libera i prigionieri,
il Signore ridona la vista ai ciechi,
il Signore rialza chi è caduto.
(...continua con la tua preghiera)
«Sappiamo tutti che non esiste la famiglia perfetta,
e neppure il marito perfetto, o la moglie perfetta.
Non parliamo della suocera perfetta….
Esistiamo noi, peccatori. Gesù, che ci conosce bene,
ci insegna un segreto: non finire mai una giornata
senza chiedersi perdono».
Papa Francesco
PROPOSTA
Finire la giornata con risentimento rende più freddo e duro ciò che portiamo nel cuore, rendendo più difficile l'incontro con l'altro. Ricordiamoci bene: mai finire la giornata senza fare la pace.
Affidiamo alla nostra preghiera anche i missionari impegnati in Ecuador
Per un'ulteriore spunto e riflessione sul verbo CUSTODIRE di questa domenica vi proponiamo il video di Parola&Parole per ri-sorgere realizzato dall'Ufficio diocesano per le comunicazioni sociali.