2a domenica di Quaresima - 5 marzo 2023

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Dal Vangelo di Matteo

In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni suo fratello e li condusse in disparte, su un alto monte. E fu trasfigurato davanti a loro: il suo volto brillò come il sole e le sue vesti divennero candide come la luce. Ed ecco, apparvero loro Mosè ed Elia, che conversavano con lui. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Signore, è bello per noi essere qui! Se vuoi, farò qui tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Egli stava ancora parlando, quando una nube luminosa li coprì con la sua ombra. Ed ecco una voce dalla nube che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo». All’udire ciò, i discepoli caddero con la faccia a terra e furono presi da grande timore. Ma Gesù si avvicinò, li toccò e disse: «Alzatevi e non temete». Alzando gli occhi non videro nessuno, se non Gesù solo. Mentre scendevano dal monte, Gesù ordinò loro: «Non parlate a nessuno di questa visione, prima che il Figlio dell’uomo non sia risorto dai morti».

Mi lascio ispirare

Sorpresa - In cammino verso un "Oltre"

Che sorpresa per gli apostoli quando Gesù ha chiesto loro di andare con lui in disparte: premio o predica avranno pensato… E quante altre sorprese in questo brano: il volto che brilla come il sole, le vesti bianche, l’apparizione di Mosè ed Elia, la nuvola e la voce: alcune sorprese piacevoli, altre spaventose, fino ad arrivare al mistero della resurrezione. Dio ci sorprende sempre; Lui è più di quanto possiamo immaginare. A volte nella preghiera o attraverso qualche avvenimento della vita ci mostra la sua gloria, altre volte invece ci fa capire il suo mistero di salvezza.  Come agli apostoli si è mostrato un Dio luminoso, bello, solare, anche a noi ci dona di intuire i fili rossi dei suoi progetti. Come Pietro in quei momenti, anche noi vorremmo fermarci, rimanere, ma Lui è sempre “oltre”, ci mostra continuamente che è più di ciò che noi possiamo comprendere.  Non potremmo mai capirlo totalmente, possedere, o addirittura controllarlo: no, Lui è molto di più! Infatti viene la nube e la voce che traccia la strada: «questi è il figlio mio, l’amato. Ascoltatelo». E quando impauriti pensiamo di intuire che Lui sarà sempre “altro” e quasi ci rassegniamo a non capirlo, Lui ci dice: «Alzatevi e non temete» e si mette in cammino con noi sempre verso un’altra sorpresa, verso un altro oltre: perché Lui è l’Oltre che possiamo semplicemente ricevere e accogliere.

Rifletto...

  • Quando Dio mi ha donato di intravvedere la sua gloria? In me, in chi ho accanto, nella mia vita?

  • Ho fatto esperienza di questo Dio che è sempre “oltre” ciò che posso comprendere? 

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Sorpresa e stupore come stile di vita

La sorpresa è un’emozione quasi dimenticata ma affascinante, che fa capolino dinanzi a qualcosa di nuovo, che non ci si aspetta. Arriva improvvisamente ed altrettanto in fretta se ne va, lasciando spazio ad un’altra emozione, coerente alla situazione che ci ha colto di sorpresa. Ad esempio, se veniamo sorpresi da un ladro proveremo paura e rabbia, se veniamo sorpresi da un amico, seguirà gioia e commozione. La sorpresa è prima di tutto il riflesso di una realtà fondamentale, che non sempre focalizziamo, ovvero che nel nostro futuro ci sono molti aspetti imprevedibili. Forse per la sua stessa natura di prologo, è l’emozione di più breve durata di tutte, ma non per questo è meno importante dal punto di vista evolutivo. Essa, di fatto, stimola i processi di attenzione e apprendimento, la tendenza all’esplorazione e alla curiosità dinanzi a situazioni sconosciute. Lo fa indirizzando i processi cognitivi sulla base della situazione che si presenta. È anche interessante notare che l’emozione della sorpresa si intensifica quando la situazione riveste per noi una certa importanza. È dunque legata all’orizzonte dei valori personali, coltivando i quali noi coltiviamo un atteggiamento di stupore come stile di vita, fino a poterci “sorprendere” dalla bellezza nascosta nelle piccole cose di ogni giorno.

Una voce dal Brasile

Donna Euralice è la “parteira” (levatrice) storica della Comunità di Santa Maria de Boiaçu, uno dei villaggi che sorgono lungo le sponde del Rio Branco. Nella casa di questa donna saggia e anziana, c’è un ‘quadernetto’ con i nomi di tutti i bambini di tre generazioni che ha aiutato a venire al mondo.  Ha più di 70 anni e ufficialmente ha lasciato da tempo il suo incarico ad un’altra donna più giovane. Lei si emoziona e si sorprende sempre per il miracolo della vita; al collo porta una medaglietta benedetta, segno che il suo servizio è una ‘missione’ affidatole da Dio. Il venire alla luce di una nuova vita e la sua capacità di aiutare in questo evento sacro provoca in lei un grande stupore che si può leggere nei suoi occhi vivi e lucidi, contornati da solchi di pelle rugosa segnata dal tempo e dalle esperienze vissute. Quando visito la sua umile casa, mi accoglie sempre con un’esclamazione di gioia e non esco senza aver prima chiesto la benedizione a questa grande “madre” della comunità. Questo è uno dei tanti ritratti che fanno parte dell’esperienza di incontro con il popolo e la terra di Amazzonia.

don Benedetto - Fidei donum

Nel momento dell’incontro, ci sarà una sorpresa, perché lui è il Signore delle sorprese. Anche lui non sta fermo: lui viene. Io sono in cammino per incontrarlo e lui è in cammino per incontrarmi, e quando ci incontriamo vediamo che la grande sorpresa è che lui mi sta cercando, prima che io incominci a cercarlo. È questa la grande sorpresa dell’incontro con il Signore. Lui ci ha cercato prima. […] Il nostro è il Dio delle sorprese, il Dio che ci sta cercando, ci sta aspettando, e soltanto chiede da noi il piccolo passo della buona volontà. (Papa Francesco)