Settimana Santa/Pasqua
L’incontro del Risorto
con Maria Maddalena
(Gv 20, 11 ss)L’incontro di Maria Maddalena con Cristo risorto è ricco di suggestioni che coinvolgono anche i sensi, perché tutta la sua persona è implicata in questo incontro. Maria si reca al sepolcro di buon mattino, quando è ancora buio. La notte in cui si trova è soprattutto interiore, simbolo dell’angoscia, del dubbio, della disperazione. I suoi occhi non vedono se non la notte.
Questa donna per la quale la morte di Gesù è fonte di totale disperazione era: «Colei dalla quale erano usciti sette demoni» (cfr Lc 8,23). Con questa immagine si sottolinea l’intervento liberatore del Cristo nella sua vita. Il demonio è il divisore, è segno della disgregazione di questa persona. Il Signore è stato colui che l’ha portata alla sua unità interiore. Maddalena, che ha vissuto l’esperienza esaltante della liberazione, vede morire il suo Signore. Il terrore è quello di ripiombare nelle grinfie del nemico, di perdere quello che ha ricevuto con la presenza di Cristo, di ricadere nelle tenebre del peccato e della morte.
Mentre i due discepoli se ne vanno dal sepolcro, Maria Maddalena invece rimane ferma presso quel luogo della memoria. Si aggrappa alla tomba di Cristo come chi si attacca ad un ricordino. Cerca qualche resto, qualche “reliquia” che le rimanga come un souvenir di Gesù Cristo. È completamente avvolta dalla disperazione.
Questa scena si oppone a quella precedente del discepolo prediletto che “vide e credette”, cioè sa vedere i segni per poter credere. Maria Maddalena, invece, è totalmente accecata dalle sue stesse lacrime: non riconosce gli angeli né la presenza del Risorto. È troppo presa dalla sua disperazione per potersi aprire alla nuova rivelazione. È lei che è morta dentro! Cerca un salma da venerare e non riconosce il Risorto da adorare. Non sa ancora che non annuserà il fetore della morte, ma il profumo della vita.
Gesù ripropone la domanda degli angeli “perché piangi?”, ma chiede anche “Chi cerchi?”. E questa è la vera domanda. Noi amiamo la prima, consolatoria, ma Gesù ci porta più in là, per rivelarci che spesso cerchiamo un morto, non il Signore della vita.
Maria riconosce il suo Signore solo dopo che Egli l’ha chiamata: ciò che gli occhi non hanno riconosciuto è svelato dal suono della voce che pronuncia il suo nome, riconosciuta dal cuore.
Infatti, Gesù, pronunciando il suo nome, la richiama dalla sua tristezza, la riporta al centro di se stessa, la restituisce alla sua integrità che lei temeva di aver perso. Chiamandola per nome Gesù la libera dal passato, per questo lei si volta e questo movimento del “voltarsi” indica soprattutto il voltarsi dal passato al futuro, come dice Paolo: «Dimentico del passato, proteso verso il futuro, corro verso la meta che è Cristo» (Fil 3,13). Maria, dopo aver incontrato il Risorto, andrà ad annunciarlo ai discepoli, correrà di nuovo per non tacere agli altri la meraviglia della risurrezione. Non si può trattenere per sé quello che si è scoperto, non si può vivere nei ricordi: Cristo la porta oltre, ma rivela a lei e a noi che la Croce non è stato un incidente di percorso da archiviare al più presto. I cristiani celebrano il Mistero pasquale in cui la croce è già vittoria e in cui la Pasqua non annulla i segni della croce. Maddalena risorge con il suo Signore e scopre che la sua vita, segnata dal dolore, è divenuta grembo di luce e di speranza per ogni persona che incontrerà. Per questo viene chiamata l’apostola degli apostoli. È lei che ha dato ai Dodici l’annuncio che illumina la nostra vita: «È risorto!»
Elide Siviero