Per ogni testimone,
un oggetto! 

Per ogni testimone, un oggetto! 

Don Ruggero e il suo sorriso

Don Ruggero e il suo sorriso

Don Ruggero ha un bel viso tondo, gioviale e solare, ma anche quando ride e scherza si vede nei suoi occhi quanto sia una persona profonda.

Lui è di Galta di Vigonovo (VE), il maschietto in mezzo a 4 sorelle. A Bovolenta lo ricordano tra i bambini delle elementari con la chitarra in spalla, dei fogli dei canti in mano e quel sorriso grande in viso. Anche a Cazzago molte famiglie hanno una sua foto in cucina o in salotto. Sono i due posti dove ha fatto servizio mentre era in seminario. Ma non sono gli unici luoghi dove don Ruggero ha lasciato una traccia: è stato segretario del Vescovo, ha studiato e poi è diventato direttore del Centro Missionario Diocesano e anche lì si parla ancora tanto di lui. Era sempre al telefono per essere di supporto a qualcuno: “Non preoccuparti, per qualsiasi cosa noi ci siamo!” Quante volte don Ruggero ha ripetuto questa frase! A chiunque chiede un servizio, un aiuto, un sostegno don Ruggero non nega mai accoglienza, risposte e il suo sorriso. Qualsiasi fotografia fatta glielo vedi stampato in volto, magari di fianco a quello di qualche bambino.

Poi finalmente un desiderio che si realizza: nel 2003 don Ruggero parte per il Brasile. Nomi da cercare in una mappa: Mangaritiba nella diocesi di Itaguaì, a sud di Rio de Janeiro; Pesqueira nel nordest del Brasile e infine Manaus. 

Don Ruggero vuole sporcarsi le mani, desidera stare dov’è più difficile e pare che sia stato ucciso per questo. Ma alla veglia di preghiera per la sua morte, in Duomo a Padova, una famiglia brasiliana della comunità di Manaus dice semplicemente: “Grazie don Ruggero perché ci hai insegnato a preparare e a mangiare la pastasciutta….”

Che preghiera! Don Ruggero aveva colto che la gioia nasce nelle piccole cose vissute insieme: in un giro in bici, spaccando legna, sugli sci, nelle nascite, nei matrimoni, nelle morti,  in una camomilla alla sera e certamente intorno a un tavolo con la pastasciutta.

Se ci sono delle pentole in paradiso, don Ruggero sta sicuramente preparando un po’ di spaghetti da condividere. Il Gesù che ci ha fatto conoscere non è un predicatore noioso, ma un sorridente compagno di viaggio.

Don Ruggero ha un bel viso tondo, gioviale e solare, ma anche quando ride e scherza si vede nei suoi occhi quanto sia una persona profonda.

Lui è di Galta di Vigonovo (VE), il maschietto in mezzo a 4 sorelle. A Bovolenta lo ricordano tra i bambini delle elementari con la chitarra in spalla, dei fogli dei canti in mano e quel sorriso grande in viso. Anche a Cazzago molte famiglie hanno una sua foto in cucina o in salotto. Sono i due posti dove ha fatto servizio mentre era in seminario. Ma non sono gli unici luoghi dove don Ruggero ha lasciato una traccia: è stato segretario del Vescovo, ha studiato e poi è diventato direttore del Centro Missionario Diocesano e anche lì si parla ancora tanto di lui. Era sempre al telefono per essere di supporto a qualcuno: “Non preoccuparti, per qualsiasi cosa noi ci siamo!” Quante volte don Ruggero ha ripetuto questa frase! A chiunque chiede un servizio, un aiuto, un sostegno don Ruggero non nega mai accoglienza, risposte e il suo sorriso. Qualsiasi fotografia fatta glielo vedi stampato in volto, magari di fianco a quello di qualche bambino.

Poi finalmente un desiderio che si realizza: nel 2003 don Ruggero parte per il Brasile. Nomi da cercare in una mappa: Mangaritiba nella diocesi di Itaguaì, a sud di Rio de Janeiro; Pesqueira nel nordest del Brasile e infine Manaus. 

Don Ruggero vuole sporcarsi le mani, desidera stare dov’è più difficile e pare che sia stato ucciso per questo. Ma alla veglia di preghiera per la sua morte, in Duomo a Padova, una famiglia brasiliana della comunità di Manaus dice semplicemente: “Grazie don Ruggero perché ci hai insegnato a preparare e a mangiare la pastasciutta….”

Che preghiera! Don Ruggero aveva colto che la gioia nasce nelle piccole cose vissute insieme: in un giro in bici, spaccando legna, sugli sci, nelle nascite, nei matrimoni, nelle morti,  in una camomilla alla sera e certamente intorno a un tavolo con la pastasciutta.

Se ci sono delle pentole in paradiso, don Ruggero sta sicuramente preparando un po’ di spaghetti da condividere. Il Gesù che ci ha fatto conoscere non è un predicatore noioso, ma un sorridente compagno di viaggio.